Il ragazzo con la rana - A boy with a frog


All'estremità di Punta della Dogana troneggia dal giugno 2009 Il ragazzo con la rana, opera dello scultore californiano Charles Ray. Realizzato in acciaio bianco e commissionato da François Pinault in occasione della 53esima Biennale di Venezia, ha suscitato fin da subito numerose reazioni contrastanti e non è mai stata del tutto accettato dalla città.
Algido nel suo candore bianco, il ragazzo con la rana rivolge il suo volto ad occhi chiusi verso Piazza San Marco, tenendo in mano una rana che alcuni sostengono essere metafora di Venezia, in quanto "anfibio".
In realtà le interpretazioni in proposito si sprecano: alcuni sostengono che la rana, sorpassato lo stadio di girino e quindi sopravvissuta agli attacchi dei predatori, sia poi catturata da un ragazzo, anch'egli "girino" della razza umana.
Per lo scultore stesso «La Rana ha molti significati: un amico mi ha detto che gli ha fatto pensare alla scoperta dell’elettricità. Le rane incrociano la vita dei bambini di tante età, spesso sono il nostro primo incontro con la biologia. Da bambini le sezioniamo a scuola, le ascoltiamo nella notte, le andiamo a cercare in acqua. La Rana è sia dentro che fuori di noi».
Molto più semplicemente, Charles Ray ha fissato il senso dell'adolescenza come un gioco tra rana e lo sguardo del ragazzo, che non la sta mostrando  a Venezia ma la sta semplicemente osservando con curiosità.

A boy with a frog, by californian sculptor Charles Ray, dominates the end of Punta della Dogana since 2009. Made of white steel, it was commissioned by François Pinault on the occasion of the 53rd Biennale Art and caused immediate and mixed reactions, not yet settled.

Algid in its white candour, the boy turns its face with eyes closed towards St. Mark's Square, holding a frog in its hands: an hamphibious as a metaphore, some have said, of Venice.

Actually, many interpretations have been spent on it: some say that the frog, once surpassed the stage of tadpole and being survived to its predators, is captured by the boy, who is, itself, the tadpole of human race.

Here the words of the scupltor: "The frog contains many meanings: a friend of mine said that it reminds him of the discovery of the electricity. Frogs meet the life of children, often they represents our first approach to biology. As children, we section them at school, we listen to them during the night, we search them in water. The frog is inside and outside.”

In a simple way, Charles Ray fixed the sense of youth as a game between the frog and the look of the boy, who is not showing it to Venice but he’s simply observing it out of idle.

8 commenti:

Giappone Mon Amour said...

Brava brava brava!!!!!

Silvia Cartotto said...

l'ho vista da vicino l'anno scorso a capodanno! molto bella!

invenessian said...

La maggior parte dei veneziani, me compreso, preferiva il lampione che c'era prima, al posto della statua, ma a nessuno è mai interessato il loro parere.

Elena said...

Non sapevo di questa scultura, da te imparo sempre cose nuove! Da piccola profana dell'arte mi piace molto, mi ricorda quando da bambini ci si avvicinava con stupore agli animaletti selvatici per la prima volta.

Nega Venice said...

@ Giappone Mon Amour: grazie!!!!!!! ^___^ :*

@ TheGirlwiththeSuitcase: bella vero? A me piace molto, sopratutto per quel suo candore bianco!

@ invenessian: purtroppo sono arrivata qui che il lampione era già scomparso, per cui non saprei dire. In effetti dev'essere stato molto poetico come panorama, ma devo dire che questa scultura non mi dispiace, anzi. Molto semplicemente penso che per un veneziano doc abbia un significato diverso, mentre io che sono qui "d'importazione" la sento in modo differente :)

@automaticjoy: :) io poi adoro le rane, quindi figurati! :D

Unknown said...

Acciaio bianco!!!!!

Nega Venice said...

Eh sì, proprio lui!! :)

Anonymous said...

Una curiosità:

http://img33.imageshack.us/img33/1314/img0944mwb.jpg

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