Il blog cambia casa!

Cari follower,
da ieri il blog ha cambiato casa. Sfortunatamente non sono riuscita a mantenere l'impegno settimanale e per qualche mese ho latitato tra queste pagine.
Adesso però ho deciso di riprendere la pubblicazione di articoli su Venezia che potrete trovare sul mio blog principale: http://la.pestifera.me
Se vi va, vi attendo là :)
Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito.

Il ponte della costituzione - The Constitution Bridge


Fonte: http://myartistic.blogspot.com
Se c’è un’opera che a Venezia ha suscitato polemiche e controversie, questa è sicuramente il Ponte della Costituzione (già conosciuto come Ponte di Calatrava). Aperto ai pedoni la notte dell’11 settembre 2008, costituisce il quarto ponte sul Canal Grande che collega Piazzale Roma (quindi la terraferma) con le fondamenta antistanti la Stazione di Venezia Santa Lucia ed è stato progettato dallo scultore e ingegnere spagnolo Santiago Calatrava.
Costruito in pietra d’Istria (sempre lei!), trachite e vetro, ha un’anima in acciaio che fa pensare allo scheletro di un enorme animale. E’ lungo 94 metri e ha un’altezza, nella sua parte centrale, di 10 metri.
Fino al 1850 il Canal Grande era dotato  solamente di un ponte, quello di Rialto. Poi gli austriaci lo dotarono, in soli dieci anni, di altri due ponti (questa volta in ferro): uno davanti alle Gallerie dell'Accademia e uno di fronte alla stazione ferroviaria, definiti entrambi dai veneziani "orridi bislunghi" per la forma che li caratterizzava. Vennero però sostituiti entrambi  tra il 1934 e il 1938, dal ponte in legno all'Accademia e dal ponte degli Scalzi realizzato interamente in pietra d'Istria.
Il Ponte della Costituzione è stato, ed è tuttora, oggetto di valutazioni e controversie sia per le sue qualità estetiche, così diverso dai ponti già presenti nella città lagunare, che per la sua fruibilità. Non è infatti gradita né la forma degli scalini, dapprima molto stretti per poi allargarsi nella parte centrale del ponte (causando una sgradevole variazione del passo di chi lo percorre), che per la materia stessa con cui sono costruiti: ossia il vetro. Con l’umido, la pioggia (e il ghiaccio d’inverno) risultano estremamente scivolosi, causando più di una caduta di avventori ignari del problema.
Personalmente non ammiro molto questo ponte, sia per il suo aspetto che per la sua struttura. Devo però ammettere che risulta efficacemente comodo per raggiungere la stazione, evitando al traffico pedonale di dover attraversare tre ponti per poterla raggiungere.


If there is a work in Venice that has generated debates and disputes, this is for sure the Constitution Bridge (already known as Calatrava’s Bridge). Opened on the night of the 11th September 2008, it represents the fourth bridge on the Grand Canal, linking Piazzale Roma (the mainland) with the foundations near the Railway Station of Santa Lucia. Designed by the sculptor and engineer Santiago Calatrava, it’s built in Istrian stone (once again!), trachyte and glass, having a steel structure, similar to a big animal backbone. 94 mt long and 10 mt high, in its central part.
Up to 1850, the Grand Canal had only one bridge, that in Rialto. Then the Austrian built, in ten years, the one in front of the Accademia Galleries and the one in front of the railway station, both made of iron. However they were called by the venetians “horrid oblong” and in 1934 and 1938 they were substituted by the wooden bridge of the Accademia and by the Barefeet Bridge, built completely in Istrian stone.
The Constitution Bridge has been controversial both for its aesthetic features, so different from the other bridges already existing in Venice, and for its usability. The structure of its steps is not appreciated, being very close at the beginning and then, in its central part, so wide (causing an unpleasant variation in pedestrian pace). Moreover, being made of glass, they become really slippery when it’s wet, or rainy (or icy, in winter), causing more than one fall.
Personally, I don’t like this bridge very much. However, I must admit that it’s useful in order to reach the railway station, preventing pedestrians to climb three bridge in order to get there.

Ponte dei Pugni - Bridge of Fists

Fonte: Csi-multimedia.it
 Il Ponte dei Pugni, situato in Campo San Barnaba nel quartiere di Dorsoduro, non va solo attraversato ma  anche osservato molto bene. Se vi capita di passare per di lì, abbassate gli occhi sulla pavimentazione e noterete che, saliti i pochi scalini che lo compongono, quattro impronte di piedi in pietra d’istria (sempre lei!) spiccano ai quattro vertici della sommità.
Non è un caso infatti che il ponte si chiami così: prende il nome da un’antica tradizione veneziana, ormai abbandonata, ossia la famosa Guerra dei pugni. A fronteggiarsi erano due fazioni a cui appartenevano rispettivamente i Castellani di San Pietro di Castello e i Nicolotti di San Nicolò dei Mendicoli. I partecipanti, con il piede sinistro appoggiato sull’impronta in pietra d’Istria, si scontravano a pugni nel periodo tra settembre e Natale. Scopo della “guerra” era gettare in acqua l’avversario, aiutati dal fatto che il ponte era ancora sprovvisto di balaustre.
Tali battaglie furono sospese nel 1705, quando avvenne un incontro particolarmente cruento in cui si aggiunse anche l’uso dei coltelli.

Fonte: Saladarmi.it

The Bridge of Fists, in Campo San Barnaba in Dorsoduro, is a bridge that needs to be observed with particular attention. If you come across it, look at the paving and you will notice, after climbing the few steps composing the bridge, four footprints in Istrian stone (once again!) at the four sides of the summit.

The bridge, in fact, was named after an ancient venetian tradition, now abandoned, called “War of fists”. The “Castellani”, belonging to San Pietro di Castello quarter, fought against the “Nicolotti” of San Nicolò di Mendicoli placing their left foot on the footprint of the bridge. The battle took place between September and Christmas time and the aim of this “war” was to throw into water the opponent, helped by the fact that the bridge had no parapets.

These battles were suspended in 1705, after a bloody combat during which the participants used not only their fists, but also knives.

Se guardi altrove - Looking beyond

A volte a Venezia basta volgere lo sguardo lontano dai soliti percorsi, per scoprire particolari nuovi e curiosi. Come in questi casi...

Sometime in Venice you just have to look beyond the usual paths. You will discover new scenes and panoramas.


Un volo di gabbiani scorto attraverso una porta aperta di una mostra della Biennale di Venezia.  Un'opera d'arte che pare vera.

Seagulls flying seen through a door open on an exhibition of the Biennale of Venice. A work of art that seems just so real.


Una bambina che gioca a pescare davanti allo Squero di San Trovaso.

A little girl playing at fishing in front of St. Trovaso's Squero.


Una buffa piastrella con un gattone disegnato sopra, incollata sopra uno dei tanti ponti veneziani.

An odd tile with a cat designed on it, patched on one of the many venetian bridges.


Il Ponte dei Sospiri: quando il restauro diventa (quasi) arte.

The Bridge of Whispers: when renewal becomes (almost) art.


Sempre in tema di pesca....
Speaking of fishing, once again.


 I colori dello Squero e i cappelli dei gondolieri. Una sintesi di Venezia.

The colours typical of the Squero and the gondoliers' hats. A synthesis of Venice.




Una delle cose che mi ha colpito di più durante i primi giri a Venezia è stata notare la quantità di campanili presenti nella città lagunare: un’infinità! La loro struttura è pressochè similare, ma ce n’è uno in particolare che ha da subito attirato la mia curiosità, ossia il campanile decollato della chiesa di Santa Margherita.
Prima di arrivare a Venezia avevo sempre pensato al termine “decollato” come riferito unicamente all’azione di decollare, appunto. Da quando sono qui ho scoperto invece che in veneziano “degolà” (decollato) significa anche decapitato e che, nel caso specifico di questo campanile, si riferisce al fatto che è mozzato. La parte superiore fu infatti demolita nel 1808 perché pericolante e oggi ne resta solamente la metà inferiore, che rimane anche l’unica parte della chiesa che si affaccia su Campo Santa Margherita.
Per quanto riguarda la chiesa stessa, invece, fondata nell’853, è stata sconsacrata nel 1810 durante le soppressioni napoleoniche. Attualmente ospita l’Auditorium Santa Margherita dell’Università Ca’ Foscari, ma in passato è stato magazzino di tabacchi, studio dello scultore Luigi Borro e persino un cinema, nell’ambito delle attività della Camera del Lavoro di Venezia.

One of the things that struck me most during my first tours of Venice has been noticing how many churchtowers are present in the town: a zillion! They all have a similar structure, but there is one in particular that caught immediately my attention: the beheaded churchtower of Saint Margaret’s church.
The upper part, in fact, was cut off in 1808 since it was unsafe and nowadays we can see only the lower half, which remains the only part of the church facing Campo Saint Margaret.
As regards the church itself, instead, it was founded in 853 and unchurched on the 1810, during napoleonic suppressions. Nowadays it houses the Saint Margaret’s Concert Hall of Ca’ Foscari University, but in the past it worked also as tobacco warehouse, as studio of the sculptor Luigi Borro and also as cinema of Venice Trade Union Offices.

La casa di Desdemona - Desdemona's House



La Casa di Desdemona, ossia Palazzo Contarini Fasan, è un palazzo veneziano che si affaccia sul Canal Grande  nel sestiere di San Marco.
Costruito tra il 1470 ed il 1480 e di proprietà della famiglia Contarini, è protagonista  di una leggenda secondo la quale sarebbe, per tradizione, la casa di Desdemona. Dalla morte della giovane moglie di Cristoforo Moro, che diventerà Doge, Shakespeare trae infatti l’Otello, dove il futuro doge incarna il moro che per gelosia uccide la propria consorte.
Palazzo di ridotte dimensioni in tardo gotico fiorito con intarsi in pietra d’Istria (vi ricordate dove l’abbiamo già trovata?), ha una facciata sviluppata in altezza e una struttura che consta di tre livelli:  il piano terra, caratterizzato da tre piccole finestre rettangolari e privo di accesso sull'acqua); il primo piano, dotato di una trifora a sesto acuto con balcone e il secondo piano, caratterizzato da  due monofore ogivali.
Tra le due monofore, sotto una piccola apertura quadrata, c'è un grande stemma della famiglia Contarini in bassorilievo. Sul lato sinistro, infine, un passaggio mette in collegamento il palazzo con l'edificio attiguo: peculiare in esso è la presenza di una monofora gotica, su modello di quelle della facciata.
Ulteriore peculiarità: il palazzo si situa nello stesso luogo dove, un tempo, si ergeva la torre dalla quale passava la catena che chiudeva il Canal Grande per  impedire l’ingresso di navi nemiche all’interno della città.

The Desdemona’s House, or rather Palazzo Contarini Fasan, is a venetian palace facing the Grand Canal, in Saint Mark’s quarter.
Built between 1470 and 1480 and owned by the Contarini Family, is considered, according to a legend, Desdemonas’ House. Shakespeare, in fact, when writing the Otello, get the inspiration from the death of the young wife of Chistopher Moore, who, in the comedy, becomes the moore who kills her wife for jealousy.  

The small palace is built in late Ghotic style and enclosed in Istrian stone (we found it also here). It is characterised by a high façade and a three level structure: the ground floor, with no access to the Canal and three small rectangular windows; the first floor, with a three lancet arch mullioned window and a balcony; the third floor, with two lancet windows.
Between the two windows, under a small square inlet, stands the Contarini’s coat of arms. On the left side, instead, a small passage links the palace with the adjoining building, which has itself a gothic lancet window, like the ones appearing in Contarini’s palace.

A further peculiarity: the palace was built in the same place where, long ago, stood the tower where passed the chain which closed the Grand Canal, in order to prevent the entry of enemy ships in Venice.



Vi ricordate il film Indiana Jones e l’ultima crociata? Vi ricordate la biblioteca di Venezia?



Ecco, quella biblioteca altro non era che la Chiesa di San Barnaba, situata nell’omonimo campo. Devo ammettere che, per quanto mi riguarda, la prima volta che l’ho vista mi è sembrata molto più piccola di quanto sembrasse nel film. E anche il Campo mi pareva molto più ampio,  e invece…
Secondo la tradizione pare che la chiesa fosse stata fondata nel 936 dalla famiglia Adorni. In realtà, l'attuale edificio si sarebbe sviluppato su una precedente chiesa di San Lorenzo, datata IX secolo. Non è ancora assodato, quindi, il periodo in cui diventò parrocchiale: forse nel periodo immediatamente successivo alla sua fondazione o, più probabilmente, nell'XI secolo, quando iniziò a delinearsi l'organizzazione ecclesiastica della città.
L’esistenza di questa chiesa non si può dire sia stata semplice: a  causa dei numerosi incendi, infatti, venne ristrutturata numerose volte, sino alla consacrazione del 6 dicembre 1350, operata del vescovo di Suda su licenza del vescovo di Castello Nicolò Morosini. Venne però sconsacrata nel 1810, in pieno dominio napoleonico, e il territorio fu integrato alla parrocchia dei Carmini, del quale fa ancora parte.
Attualmente ospita la mostra “Le macchine di Leonardo”. 

Do you remember Indiana Jones and the last crusade? Do you rember the library that appears in the film, full of catacombs? That library was the Saint Barnabas church, overlooking the homonimous Campo. However, I must admit that in the film, both the church and the campo looked bigger.
In accordance to the tradition, it seems that the church was founded in 936 by Adorni family. Actually, the current building would had been developed on a previous Saint Laurence Church, dated IX century. It is still not sure, however, when it became parish: maybe immediately after its foundation or, more likely, in the XI century, when the venetian ecclesiastical organisation took shape.
The church had not a quiet existence: due to several fires, in fact, it was renovated many times, till its consacration, on the 6th of December 1350, by Suda’s Bishop on behalf of Castello’s Bishop, Nicolò Morosini. However, in 1810 during Napoleon Era, it was deconsacrated and the territory integrated in Carmini’s parish.
At the moment, the beautiful Leonardo’s Machines are displayed in the Church.